F.E.A.R. 2: la recensione

Il seguito del capolavoro di casa Monolith non eccelle, ma si mantiene su discreti livelli di giocabilità.

 

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Un anno e mezzo fa vi parlammo di Fear, un FPS vecchia maniera gradevole ancora oggi. Nel seguito ci troveremo ancora a cercare di fermare Alma, l’inquetante ragazzina dotata di poteri mentali capaci di distruggere il mondo.

Pubblicato quattro anni dopo l’originale, Fear 2 ci cala nei panni di un altro soldato della F.E.A.R., il quale viene coinvolto parallelamente al protagonista del primo capitolo in questa inquietante e violenta vicenda. In Fear 2 la storia di fondo ci viene progressivamente svelata, e molti dei punti rimasti oscuri nel primo capitolo prendono finalmente forma; invece dal punto di vista del gioco vero e proprio ci sono alcuni alti e diversi bassi.

 

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Le cose buone vengono dall’atmosfera e dalla giocabilità. C’è una tensione costante durante il gioco, anche nelle frequenti situazioni in cui esploriamo gli ambienti ma non ci sono nemici. È facilissimo cadere nelle imboscate, ma l’ingresso in scena dei nostri assalitori è scriptato e avviene sempre nello stesso modo, tanto da risultare prevedibile dopo un pò che giocate. Le mappe sono fondamentalmente dei grandi tunnel, non c’è alcuna libertà d’azione ed anche all’aperto ci troviamo sempre in spazi più o meno angusti. La grafica è buona (considerando che il gioco ha 10 anni sulle spalle) anche se ci sono degli evidenti ed inspiegabili cali di qualità in alcune specifiche texture, che sembrano essere state realizzate in bassa qualità in fretta e furia.

 

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I combattimenti sono l’aspetto principale del gioco, e sono realizzati abbastanza bene. C’è un sistema di ribaltamento degli oggetti per crearvi delle coperture, ma in realtà non lo useremo mai (è più facile e veloce usare le coperture già presenti), e si sente la mancanza del non potersi inclinare per sporgerci dagli angoli, cosa presente nel primo capitolo ed inspiegabilmente mancante nel secondo.

Le armi ricalcano quelle del primo capitolo ma sono meno incisive, ed hanno meno carattere; inoltre ci sono incongruenze poco piacevoli, come il fucile laser che mira in un punto diverso rispetto a tutte le altre armi (e non centrato sullo schermo!).
I livelli di difficoltà non sono ben scalati; a livello normale finire il gioco è una passeggiata, a livello hard invece da un certo punto in poi (da dopo la scuola) diventa impossibile superare determinati punti, e saremmo costretti a rigiocare lunghe sequenze fino a che non capiremo la sequenza giusta delle azioni da compiere per eliminare tutti i nemici. Questo anche a causa della discutibile scelta di usare dei checkpoint invece che il classico salvataggio libero; e questo si spiega, insieme a quanto espresso finora e ad altri punti che menzionerò, in chiave “consolara”.
Fear 2 infatti è un gioco realizzato tenendo in mente principalmente gli utenti delle console piuttosto che quelli PC; e questo ha determinato l’annaquamento di numerose dinamiche che avevano reso il primo capitolo così particolare.

 

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Altri aspetti brutti brutti? La corsa non smette al rilascio del tasto corrispondente, ma quando fermate il movimento; quindi rischiate di girare su voi stessi per trovare un riparo e immediatamente uscirne! Poi l’AI dei nemici sembra essere stata notevolmente peggiorata per rendere il gioco più semplice, tanto che spesso vi capiterà di sparare a gente che non si muove pur subendo una scarica di colpi (e ce ne vuole per ucciderli). Ed ancora, ci viene artificiosamente impedito di tornare indietro sui nostri passi per recuperare oggetti che magari non volevamo raccogliere al momento, il tutto usando metodi discutibili (porte che si chiudono al nostro passaggio, muri che crollano…): una cosa odiosa.

Nonostante questo, gli aspetti positivi non mancano:  la grafica, innanzitutto, meno grezza e più piacevole; la furia delle sparatorie; la pelle d’oca e i salti sulla sedia che vivrete durante le sezioni sovrannaturali (sempre annunciate da uno sfarfallio elettrico).

 

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L’espansione Reborn non porta molto di diverso rispetto al gioco principale, se non ulteriori ore di combattimento (numerose già di base, un punto positivo rispetto a quanto propone oggi il mercato) e alcuni colpi di scena (e di paura) utili a chi apprezza la storia di fondo.

Fear 2 è sicuramente un passo indietro rispetto al capostipite della saga, eppure si lascia giocare volentieri. Adatto a chi vuole sparare senza stare troppo a pensare, giocarlo di notte è però da masochisti che amano l’ansia; eppure è così che suggerisco di giocarlo per apprezzarne in pieno l’atmosfera.

 

F.E.A.R. 2, 2009
Voto: 7
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