Eresys: prime impressioni

Il gioco horrorifico di Dragonis Games, da poco rilasciato in early access, propone spunti interessanti ma richiede tanto lavoro per diventare convincente.

 

 

Eresys è uno di quei titoli che ha sicuramente buone idee alle spalle; utilizzando un approccio che negli ultimi anni stiamo vedendo sempre più spesso nei giochi indie a sfondo horror (come per Devour, ad esempio), gli sviluppatori vogliono calarci in un ambiente in grado di spaventare e di metterci in una posizione di debolezza.

In Eresys facciamo parte di un culto e dobbiamo reperire sangue infetto e pagine di un libro sparpagliate su di un’isola maledetta, dove verremo spediti nel tentativo di rimandare nel suo mondo un abominio che vuole annientare il mondo.

 

 

Il gioco sembra già essere già abbastanza strutturato per quanto riguarda il gameplay, con una sensazione di giocare al gatto e al topo dove il topo siamo noi mentre dobbiamo avventurarci dentro strutture infestate alla ricerca di quanto ci serve per cacciare dal nostro mondo l’entità oscura. C’è una sensazione di fondo che ricorda per certi versi Sir, You’re Being Hunted, ma senza elementi survival o vere e proprie armi o oggetti con i quali interagire, tolte le pagine del libro, le fiale per il sangue e certe reliquie da poter raccogliere.

Purtroppo l’isola al momento sembra piuttosto vuota; non tanto di punti di interesse, quanto di elementi dinamici: è un po’ tutto troppo immobile e scarno.
Addentrandoci nell’isola ci si può poi rendere conto di come sia facile trovare dei punti in cui la vegetazione lascia il posto a texture piuttosto abbozzate (come in Desolate) e del fatto che in generale i modelli dei mostri e soprattutto le loro animazioni sono rivedibili a dir poco.

 

 

Anche nei momenti in cui siamo braccati c’è più di qualcosa che non convince, con i mostri fin troppo insistenti nel loro inseguimento e che, almeno in single player, non ci lasciano un attimo per esplorare la zona una volta averli messi in fuga.

Eresys ha sicuramente delle carte da poter giocare, incluso il fatto che possiamo affrontare la sfida insieme con altri alleati (il gruppo può essere di quattro giocatori), ma al momento il gioco richiede parecchio lavoro per poter veramente catturare l’attenzione dei giocatori. Al di là del fatto che l’ottimizzazione latita e che un importante lavoro di raffinamento è necessario su tutto quel che concerne il comparto grafico, sarebbe bene rivedere anche il gameplay per renderlo più accattivante; al momento infatti non c’è moltissimo in grado di tenere i giocatori attaccati allo schermo.

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