Dove Osano Le Aquile: la recensione

Azione e suspense in un capolavoro del cinema di guerra.

 

 

Quando si accosta il cinema a un evento storico come la Seconda Guerra Mondiale o a un personaggio come Clint Eastwood (leggi anche Gunny e Million Dollar Baby) non possono che venire in mente le solite immagini: lo sbarco in Normandia e il pistolero solitario (o l’ispettore Callahan…). In questo caso però, le cose stanno diversamente, dato che Dove Osano Le Aquile, meraviglioso film del 1968 diretto da Brian G. Hutton, pone il grande attore americano sì nel bel mezzo della guerra, ma alle prese con una missione segreta, apparentemente disperata e che si rivelerà molto più intricata di quanto sembri. Senza dubbio uno dei migliori film mai fatti sulla Seconda Guerra Mondiale e anche uno dei più belli della carriera di Eastwood (anche se qui non appare proprio come protagonista principale). Ci troviamo nel pieno svolgimento del conflitto e un gruppo di agenti scelti viene riunito per portare a termine una missione di vitale importanza.

 

 

Un generale americano, che conosce bene i piani del secondo fronte da aprire contro i nazisti, è stato catturato ed è tenuto prigioniero in un inaccessibile castello in Baviera. È assolutamente necessario infiltrarsi inosservati nel castello, recuperare il generale prima che venga fatto parlare e fuggire sani e salvi. La missione sembra impossibile dato che la fortezza è apparentemente inespugnabile, ma gli elementi scelti per quest’impresa sono i migliori nei rispettivi campi ed è assolutamente necessario evitare che i nazisti vengano a conoscenza di quei piani. Il gruppo è capitanato dal Maggiore Smith (Richard Burton) mentre il Tenete Schaffer (Eastwood), della divisione americana dei ranger, partecipa in rappresentanza degli Stati Uniti.
Il viaggio dei nostri eroi inizia fra le innevate montagne della Baviera, non senza problemi. Alcuni componenti del gruppo muoiono in circostanze misteriose, passare inosservati tra i nazisti non è facile e contrattempi imprevisti ostacolano di continuo il cammino verso il “castello delle aquile”.

Inoltre inspiegabili intrighi sembrano coinvolgere il Maggiore Smith e le sorprese non cessano mai di colpire lo spettatore. La verve di Burton e il pathos che il suo personaggio riesce a creare sono mirabilmente bilanciati dall’attitudine all’azione di un Eastwood che dà alle scene più movimentate tutta la sua carica. Questa sapiente miscela di intensità, thriller e azione riesce a mantenere sempre il film in un perfetto equilibrio, tanto da non farlo mai risultare troppo lento o troppo caotico. A far da contorno al tutto ci sono poi gli splendidi e suggestivi paesaggi della Baviera e delle location davvero affascinanti. Dove Osano Le Aquile offre tutti gli elementi che possono rendere grande e appassionante un film di guerra: infiltrazioni, sparatorie, inseguimenti, complotti segreti e colpi di scena. Tutto racchiuso in un’unica straordinaria storia che non farà mancare perfino qualche apprezzabile momento di humor. Da sottolineare, inoltre, anche le ottime rappresentazioni dei personaggi nazisti, con particolare attenzione dedicata alla diffidenza e al disprezzo che serpeggiavano in quegli anni tra esercito e Gestapo…
Punti deboli praticamente inesistenti in questo film, quindi. Eastwood è sempre in ottima forma e l’accoppiata con Burton è perfetta.

 

 

Uno spettacolo assolutamente imperdibile per chiunque apprezzi lo scenario della Seconda Guerra Mondiale e comunque vivissimamente consigliato a tutti coloro che sono alla ricerca di una storia variegata e in grado di offrire un ampio ventaglio di emozioni, e soprattutto di colpi di scena e di stravolgimenti della trama.

 

Dove Osano Le Aquile, 1968
Voto: 8.5
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