Doom Patrol – Stagione 2: la recensione

Avevate pensato di aver visto l’impossibile durante la prima stagione? Ebbene è così, Doom Patrol 2 si sgonfia come un palloncino lasciato troppo al sole.

 

 

Mi sono innamorato della prima stagione. La follia demenziale che emana questa serie è stata davvero divertente, pochi altri lavori mi avevano conquistato così profondamente. Purtroppo mantenere un alto standard non è così facile ed anche Doom Patrol ne paga le conseguenze. Probabilmente il personaggio che permetteva alla serie di essere così assurda e così fuori dagli schemi era Mr. Nobody. Una volta sconfitto, o perlomeno ingabbiato in una tela bianca, le follie dilaganti si sono ridotte drasticamente e la serie si è sgonfiata perdendo parecchia imprevedibilità.

Doom Patrol è un lavoro fumettistico della DC che racconta le gesta di un improbabile gruppo di fenomeni da baraccone che si ritrovano coinvolti in un’assurda missione di soccorso che si trasformerà letteralmente nella salvezza del mondo. I protagonisti sono sempre gli stessi, quindi la qualità dovrebbe essere garantita, ma non è così. Sono le trame ad essere diventate meno efficaci. Non fraintendetemi, non si è persa la stranezza dei personaggi, che sono comunque interessantissimi da seguire nelle loro interazioni con il mondo, ma si è persa l’imprevedibilità di vedere un portale aprirsi letteralmente nel sedere di un asino. Questa follia è sparita ed ha reso tutto molto più banale e prevedibile.

 

 

La storia principale continua come sempre. Chief, interpretato da Timothy Dalton, mantiene i suoi segreti e fa di tutto per sviare l’attenzione da quello che realmente vuole. Il personaggio è interessante e l’interpretazione dell’ex Agente 007 è buona. Purtroppo, se nella prima stagione Timothy riusciva a rimanere distaccato mantenendo un’aurea di mistero, in questa seconda stagione è costretto a mostrare il suo punto vulnerabile al gruppo dando più nervosismo e meno efficacia alla sua prova d’attore. Sua figlia, una bambina metà umana e metà scimmiesca, entra a far parte di questo lotto di stranezze. Dorothy, questo è il suo nome, sarà la chiave di volta di tutta la stagione, ma non sarà in grado di sostituire Mr. Nobody nelle sue stranezze e nelle sue follie, rendendo la storia meno divertente e molto, ma molto più seria di prima. La sua presenza avrà poco peso nelle dinamiche di gruppo, ma creerà i presupposti per un finale di stagione molto movimentato.

Jane, interpretata da Diane Guerrero, e le sue 64 personalità affrontano un viaggio allucinante alla ricerca di una guida che possa essere più efficace dell’attuale. Dall’oscuro passato e dal profondo dell’anima sembra riemergere una figura primaria scomparsa da tanto tempo. Questo porterà un contrasto interno ancora più forte e marcato rendendo le azioni della nostra Jane molto imprevedibili, ma per niente divertenti. Ammetto che la folle ragazza dalle multiple personalità è sempre stata il personaggio più oscuro e complicato del gruppo, ma ogni tanto si svegliava una personalità che portava il giusto apporto di divertimento alla serie. Purtroppo in questa stagione di follie divertenti alla Jane ne vedremo decisamente poche. Il suo conflitto interiore è molto serio e questo renderà la sua storia interessante ma poco divertente. Diane Guerrero ha un lavoro decisamente importante da fare, non deve essere facile recitare diverse personalità contemporaneamente nella stessa puntata, ma lei è abbastanza brava.

 

 

Cyborg, Clifford, Larry e Rita non sono quasi pervenuti. Ricucire i rapporti o sistemare i conflitti sono scelte sensate, ma sono anche normalissime storie che non hanno alcunchè di divertente nè folle. Sono temi abbastanza buoni, ma banali in confronto alla follia dilagante che scorreva ricca e potente nella prima stagione. Mi ritrovo spiazzato, tutto il bello che la prima stagione mi aveva dato, sembra essere stato accantonato con la scomparsa di Mr. Nobody. Eppure i personaggi principali possono dare davvero tanto di più in termini di stranezze e di follia. Spero vivamente che sia stato necessario ampliare le tematiche delle loro storie per raccontare qualcosa di ancora più folle e divertente, altrimenti mi sa tanto che la bellezza di questa serie si è persa in un bicchier d’acqua.

Pur perdendo la caratteristica principale, la serie ha comunque qualcosa da dire: con l’approfondimento delle trame legate ad ogni singolo personaggio, abbiamo la possibilità di conoscere meglio tutto il gruppo e di affezionarci di più ai nostri matti preferiti. In alcune momenti ritornano strascichi della follia scomparsa, briciole appena sufficienti per salvare la puntata, ma non la stagione. Sperando di rivedere presto le follie di Mr. Nobody o di un personaggio similare, mi limiterò a scrollare le spalle sconsolato e punterò tutto sulla prossima stagione, fiducioso che recuperi la propria anima folle ed imprevedibile.

 

Doom Patrol – Stagione 2, 2020
Voto: 5
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