Il lavoro di Samuele Sanna è una piccola gemma, un viaggio introspettivo che le anime più gentili sapranno apprezzare in pieno.
Lo diciamo subito: Dolorem Ipsum non è un fumetto per tutti, perché semplicemente non è un fumetto o una raccolta di storie o racconti. Dolorem Ipsum è un viaggio all’interno dei peggiori meandri di un mondo che, per fortuna, in molti non hanno modo di esplorare durante la propria vita.
Non è dato sapere quanto di Dolorem Ipsum sia frutto di riflessi, di vite altrui ottimamente inserite all’interno di un contesto complessivo, o quanto invece sia frutto di un’esperienza personale ed autobiografica dell’autore; certo la sensazione che si ha è che Samuele Sanna, grazie al suo tratto ed al modo in cui gli episodi si sviluppano, parli con cognizione di causa evidente.
Ad unire la raccolta di brevi racconti che compongono le circa 140 pagine di Dolorem Ipsum non è una storia lineare, ma il tema del disagio interiore, del sentirsi inadeguati, insufficienti, sbagliati. Il lavoro di Samuele Sanna, preso nella sua interezza, ha il merito di portare per mano il lettore attraverso un percorso pieno di significato e difficile da affrontare. Si tratta di un percorso non sempre comprensibile: in diverse occasioni ci troviamo di fronte a qualcosa di estremamente criptico che solo l’autore potrebbe aiutare a spiegare, ma questo passaggio manca e probabilmente, per come è concepito Dolorem Ipsum, al lettore si chiede solo di prendere atto della cosa.
Non per questo però il dolore, il male dell’animo che Dolorem Ipsum porta coraggiosamente in scena non può essere apprezzato anche da chi per sua fortuna non ha vissuto momenti di estrema oscurità; occorre tuttavia avvicinarsi all’opera con una mente aperta a toccare qualcosa di estremamente scomodo, fastidioso ed inizialmente quasi repellente. Se come detto le storie di Dolorem Ipsum sono fra loro scollegate, esiste comunque una sorta di percorso ed evoluzione che emerge solo proseguendo nella lettura e che ne cambia il senso e lo spessore in un lettore che avrà man mano modo di capire determinate sfumature, che di primo acchitto si possono facilmente mancare.
Dal punto di vista stilistico, Samuele Sanna è bravissimo ad utilizzare un tratto cupo, pesante, a volte anche funzionalmente stentato, che nel suo complesso è chiave per ampliare le vibrazioni che le sue brevi storie raccontano. Ma l’autore dimostra anche di saper realizzare tavole molto più complesse, assolutamente convincenti, ed altre di tutt’altro tipo e molto più leggere, quasi che scaldano il cuore. Forse un occhio critico può notare difetti, mancanze, semplicità; eppure Dolorem Ipsum è un fumetto che paradossalmente fa dell’arte grafica spesso solo un contorno per il testo. Una situazione che normalmente tende a lasciare perplessi, ma che in questo caso non fa altro che accentuare la sensazione di disagio che è la base di Dolorem Ipsum.
Dolorem Ipsum è una di quelle realizzazioni che travalicano il valore del fumetto o del racconto che propongono; è un toccante segno di come attraverso un foglio ed una matita si possa esprimere una parte oscura dell’animo umano, con la speranza che questo possa aiutare chi ne abbia bisogno ad esorcizzare i suoi demoni.