Doctor Strange nel Multiverso della Follia: la recensione

Un perfetto film in pieno stile Raimi con un cast che si comporta bene; lascia a desiderare però la motivazione che scatena tutta questa follia.

 

 

La mano del grande regista de’ La Casa e della prima trilogia di Spider-Man si vede chiara e potente: la caratteristica di rendere tutto molto oscuro e legato alla morte, senza però appesantire in maniera eccessiva i sentimenti cupi che si porta dietro quest’atmosfera, è una grande qualità del regista che ho sempre apprezzato. Scegliere di dare le chiavi di Doctor Strange a Raimi è stata un’intuizione fantastica, proprio perché lo stregone è, nel panorama Marvel, una delle figure che si possono avvicinare meglio alle caratteristiche del regista.

Se Sam Raimi dà un tocco personale alla regia, allo stesso modo Benedict Cumberbatch si cala magistralmente nei panni del Doctor Strange. Credo che nessun altro attore in circolazione possa interpretare lo stregone della Marvel così bene come l’attore inglese; sembra quasi che Benedict sia riuscito a strappare il personaggio dalle pagine dei fumetti e renderlo realtà. Ovviamente ha dato al suo Stephen Strange una precisa caratterizzazione che si discosta per alcuni versi da quella dei fumetti, ma guardandolo in azione non posso che rimanere affascinato dalla sua brillante interpretazione.

Dal cartellone pubblicitario si capisce perfettamente che c’è anche Elizabeth Olsen nei panni di Wanda. Per evitare spiacevoli anteprime, mi limiterò a dire solo che l’attrice statunitense dà una buonissima prova recitativa; più avanti nell’articolo andrò ad analizzare meglio la situazione, ma purtroppo dovrò anticipare qualcosa.

Per la prima volta nella fase quattro della Marvel bisogna prepararsi a dovere per vedere questo film. Se non avete visto la serie TV WandaVision, allora vi state perdendo una buona fetta di informazioni che vengono date per scontate durante Doctor Strange nel Multiverso della Follia. È possibile comunque vedere il film anche senza aver visto la serie TV? Non è vietato, perché durante il film vengono forniti pochissimi appigli, utili a non andare nel pallone più completo, ma non è consigliabile!

 

 

Se fino ad ora sono riuscito a darvi una sensazione della riuscita del film, da questo momento in poi non posso fare altro che dare delle anticipazioni che potrebbero rovinare la visione del film. Oh voi che proseguite, ritenetevi avvisati!

Leggendo della partecipazione di Elizabeth Olsen ho inizialmente pensato ad un ottimo duo, strega e stregone, impegnati nel fermare la minaccia multidimensionale. Le cose cambiano durante la serie TV in cui il personaggio della Olsen impazzisce per la perdita del suo amato Visione e si costruisce un mondo tutto suo. L’immancabile scena inclusa nei titoli di coda di WandaVision ha scombinato ancora le carte in tavola e ha predisposto la virata al lato oscuro della strega. In quel momento la maggior parte dei fan ha capito che Wanda sarebbe stata l’antagonista di Doctor Strange.

Di base Wanda ha un potere enorme, capace di alterare la realtà e manipolare le menti; con il ritrovamento del Darkhold, la sua potenza aumenta considerevolmente e la sua anima viene corrotta dal potere. Un personaggio perfetto per essere l’antagonista di Doctor Strange anche senza dover aggiungere il multiverso, quindi perché si è scelto di andare in questa direzione? Sicuramente è l’inizio di una progettazione a lungo termine che prevede il rientro di tanti figliol prodighi all’ovile (X-Men e Fantastici 4 in primis); capite bene che il multiverso diviene un passaggio fondamentale sia per la Marvel, sia per il lo Stregone che ne può controllare i destini.

Come abbiamo visto in Spider-Man: No Way Home, è facilissimo rompere i confini del multiverso, ma è molto più complicato rimettere le cose a posto ed evitare che gli universi collassino su sé stessi. Anche con tutto il potere accumulato con il Darkhold, Wanda non è ancora in grado fisicamente di varcare i confini del multiverso e quindi deve entrare in scena un personaggio che ne sia capace: America Chavez.

 

 

Raggiungiamo ora il punto più deludente di questo film, la motivazione per cui Wanda vuole l’accesso al multiverso. In WandaVision la nostra protagonista ha manipolato la realtà per creare un mondo utopico dove vivere con il suo Visione, creando anche due figli. Ora, dopo che quel sogno è stato fatto a pezzi, la strega più potente del mondo decide di minacciare il multiverso per appagare il suo senso di maternità. Cioè, siamo onesti, un po’ pochino per le premesse fatte. Il Darkhold, che doveva corrompere l’anima di Wanda e renderla l’essere più pericoloso del multiverso, ha realmente solo stimolato l’appagamento di un desiderio represso. Solo io penso che questo sia troppo poco per farlo passare come la minaccia delle minacce?

Concludo le mie riflessioni guardando a quelli che sono i cambiamenti apportati da questo film al percorso di crescita delle storie Marvel: praticamente nessuno. Il destino di Wanda è ignoto, ma è da un po’ che il personaggio di Elizabeth Olsen conclude le proprie apparizioni mettendosi in disparte. Probabilmente il Doctor Strange esce da questo film potenzialmente rafforzato, anche se con la magia non si riesce mai a comprendere appieno il potenziale di un personaggio; comunque scopriremo le potenzialità dello stregone con le prossime apparizioni. Il film è godibile, e Raimi ha dimostrato una volta ancora di poter creare un ottimo prodotto anche se le trame non sono proprio brillantissime.

E comunque un fantastico pollice in su per il cameo di Bruce Campbell… speriamo vivamente di rivederlo nei panni di Ash al più presto!

 

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, 2022
Voto: 7
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