Diplomacy Is Not An Option: la recensione

Difficile trovare giochi dal perfetto bilanciamento tra strategia e azione; Diplomacy Is Not An Option riesce benissimo nell’impresa e convince pienamente.

 

 

Negli ultimi anni, il mescolarsi di generi diversi sta permettendo la realizzazione di titoli particolari, che se da un lato non innovano nulla in modo particolare, dall’altro propongono sfide diverse dal solito e certamente interessanti.
They Are Billions, ad esempio, è un gioco che ha segnato una nuova strada: quella dell’insediamento assediato da forze soverchianti. Diplomacy Is Not An Option ne segue i passi, e lo fa ottimamente.

 

 

In Diplomacy Is Not An Option saremo dei nobili a cui il Re affida delle missioni da completare in un mondo di gioco realizzato con mappe scollegate tra loro; ogni livello presenta delle sfide diverse, in una campagna che ci permetterà di affrontare numerosi livelli sempre più difficili.
La nobiltà di Diplomacy Is Not An Option non fa nulla per farsi amare dal popolo, nemico principale per buona parte del gioco; e come dice il titolo, non essendoci dialogo tra le parti la risoluzione di ogni livello sarà quella di sterminare masse sempre più corpose di nemici che punteranno verso il nostro insediamento per raderlo al suolo.

 

 

Diplomacy Is Not An Option è un videogioco in tempo reale che si basa su due stampelle principali: il combattimento e l’espansione della nostra colonia.
La gestione dell’insediamento ricalca i classici canoni del genere: costruire nuove abitazioni ci permetterà di attirare nuovi abitanti, che potremo assegnare all’esercito o a lavorare in segherie, cave ed altri edifici produttivi; ma al tempo stesso dovremo assicurarne l’alimentazione e la salute assegnando alcuni di loro a compiti non direttamente utili al conseguimento della missione.
Da questo punto di vista, la gestione della nostra colonia è semplice e sicuramente meno complessa (o complicata) rispetto ad altri titoli che abbiamo avuto modo di vedere in tempi più o meno recenti; che si tratti dell’ormai rodato Kingdoms And Castles o del recente ed ancora in fase di sviluppo Cataclismo, Diplomacy Is Not An Option presenta un modello sicuramente meno profondo ma anche più semplice e, per certi versi, efficace.

 

 

Anche il combattimento è più semplice rispetto a Cataclismo, con un sistema di controllo tipico degli RTS (il pannello dei comandi è molto simile a quanto presentava Company Of Heroes già venti anni fa) che rende tutto molto immediato e che regala una sensazione di pieno controllo in ogni momento.
La resa grafica degli scontri è sicuramente appagante, specialmente quando a fronteggiarsi sono orde smisurate di nemici che puntano contro le mura che abbiamo eretto e che abbiamo popolato con catapulte e balestrieri e che difendiamo a terra con uno sparuto ma solidissimo manipolo di soldati e cavalieri.
La soddisfazione in Diplomacy Is Not An Option è qui: resistere ad un nemico numericamente soverchiante grazie alla qualità delle nostre truppe ed alla preparazione delle difese (tenendo conto che il tempo non è mai abbastanza).

 

 

Diplomacy Is Not An Option non è esente da qualche piccola ma fastidiosa scelta di design che rende più difficile del dovuto la gestione dell’insediamento. Per cominciare, qualche informazione in più sulla produzione sarebbe stata utile: quanta legna produce al giorno la nostra segheria? E quanta pietra estrae la cava? È in questi casi presente solo un valore complessivo per tutto l’insediamento, che non sempre aiuta quando dobbiamo pianificare un’espansione o una riduzione della produzione.
Non è ben chiaro quando alcune funzioni siano attive o meno; specialmente la funzione di autoriparazione, critica per mantenere solide le mura e le nostre strutture, ha una didascalia che non consente assolutamente di capire in quale stato si trovi, e solo l’esperienza permette di capire se ne stiamo facendo uso o meno. Maggior chiarezza sarebbe decisamente necessaria (magari cambiando anche la tonalità del bottone ad evidenziarne lo stato).
I nostri soldati non si difendono se gli assegnamo un movimento generico, cosa che lascia piuttosto perplessi. La soluzione è quella di tenerli sotto controllo (per fortuna si può mettere in pausa e dare ordini), ma oggettivamente il dar mazzate mentre ci si sposta dovrebbe essere una prerogativa basilare. Altro problema talvolta riscontrato è che non sempre i soldati riescono ad assumere la formazione desiderata, ammucchiandosi su sé stessi fino a che non li spostiamo di nuovo e che il pathfinding non è dei migliori e talvolta sia i soldati che i cittadini sono incapaci di raggiungere la destinazione pur essendoci dei chiari passaggi.

 

 

Ma si tratta di problemi marginali: Diplomacy Is Not An Option è un ottimo gioco, facile da imparare e comodo da gestire. La sua semplicità lo rende un titolo che consente al giocatore di focalizzarsi sugli aspetti più divertenti ed appassionanti del gioco, e sia la grafica stilizzata e colorata che l’ironia di fondo che contraddistingue le schermate di intermezzo e le comunicazioni dei nostri consiglieri lo rendono ancora più accattivante.
Il titolo di Door 407 è perfettamente bilanciato, con una velocità di esecuzione regolabile e che ci consente di tenere tutto sotto controllo al ritmo che riteniamo più consono, e con una difficoltà che già al secondo livello richiede attenzione ai dettagli e a non commettere passi falsi. Oltre alla campagna, Diplomacy Is Not An Option presenta una modalità infinita ed una sandbox, rendendo il gioco sicuramente longevo grazie alla generazione di mappe sempre diverse e che quindi pongono ogni volta sfide diverse.

Diplomacy Is Not An Option è un titolo consigliatissimo, adatto sia agli appassionati del genere che a coloro cerchino un gioco che faccia della semplicità e dell’immediatezza i suoi punti di forza.

 

Diplomacy Is Not An Option, 2024
Voto: 8.5
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