Decision: Red Daze – la recensione

Un hack’n’slash con elementi gestionali in salsa zombi; Decision: Red Daze è un gioco che offre più di quanto si immagini in prima battuta.

 

 

Il genere hack’n’slash è uno di quelli che dai tempi del primo Diablo non conosce crisi: che si tratti di giochi single player o MMO, sul mercato vengono frequentemente lanciati nuovi titoli indirizzati agli amanti dell’azione.
Decision: Red Daze è sul mercato da poche settimane e abbiamo modo di provarlo in contemporanea al suo rilascio. L’ambientazione è quella classica di un mondo post-apocalittico invaso dagli zombi; dovremo riconquistare il territorio circostante l’accampamento e reclutare i sopravvissuti sparpagliati per la mappa al fine di ripristinare una parvenza di civiltà organizzata.

 

 

Il fulcro del gioco consiste nell’esplorare le aree che sono raggiunte dall’emettitore presente nel nostro accampamento, in grado di respingere la polvere rossa, quel Red Daze del titolo, che trasmette l’infezione. Attivando nuovi emettitori ed ampliandone il raggio possiamo raggiungere zone prima inaccessibili.
Sì, la domanda che avrete sicuramente in mente è lecita: come faccia un emettitore radio ad interagire con delle particelle di polvere è qualcosa che va al di là della normale comprensione. Prendiamo però la storia per quella che è: un modo per farci giocare; e passiamogli l’attenuante del “vale tutto” come a volte succede nei film horror e d’azione meno curati.

La maggior parte del tempo la passeremo in giro per la mappa cercando di raggiungere insediamenti precedentemente abbandonati facendoci strada fra gruppi di zombi più senzienti del solito, tanto che spesso ne incontreremo di armati con pistole o archi. Il sistema di combattimento è abbastanza semplice: il cursore del mouse ci fa da mirito e basta cliccare a ripetizione per tirare fendenti a destra e a manca. Con le armi da tiro occorre un pò più di precisione, tanto che muovere il mouse velocemente ci porterà a sbagliare quasi tutti i colpi.

 

 

La folla di zombi è massiccia e, anche se è organizzata in gruppi, non sarà affatto facile arrivare immediatamente agli obiettivi prefissati. Per questo motivo potremo organizzare un gruppo che ci accompagni nelle nostre spedizioni, e potremo prendere il controllo di ogni sopravvissuto del nostro accampamento; in effetti, il sistema di salute, sonno e fame, richiede che i nostri personaggi, dotati ognuno di caratteristiche e specializzazioni diverse, ruotino nei loro compiti e non siano sempre in missione a rischiare la vita. D’altronde, i personaggi sono organizzati in classi ed alcuni sono più funzionali di altri per migliorare le infrastrutture degli avamposti che cattureremo o per andare in battaglia, o ancora per curare i compagni.

 

 

Gli accampamenti hanno, come menzionato, degli emettitori che permettono di girare liberamente in un certo raggio d’azione (sempre stando attenti agli zombi, che in gruppo possono essere molto pericolosi), ma anche officine, torrette difensive ed altre strutture; tutte possono essere migliorate grazie al materiale che si può recuperare nelle nostre spedizioni.
Queste due dinamiche ricordano molto gestioni semplificate del campo di State Of Decay o dei personaggi di Dead State, due giochi di zombi fra l’azione ed il gestionale entrambi molto validi.

Il gioco non è esente da limiti tecnici e qualche bug minore, a cominciare dall’impossibilità di rimappare i tasti (fortunatamente se ne usano pochissimi), passando per un volume bassissimo e per le frasi audio degli NPC ripetute ad oltranza, fino ad arrivare a certe mancanze di fisicità che abbiamo talvolta riscontrato (attraversare la carcassa di un tir o interi palazzi col nostro personaggino è stato divertente). Sono problemi secondari che non inficiano troppo sull’esperienza di gioco; va tenuto però in considerazione che fondamentalmente tutto il gioco ha una struttura tecnica funzionale ma semplicistica (anche l’UI è rivedibile).

 

 

Con un gameplay piuttosto ripetitivo e lineare ed un aspetto tecnico che non fa gridare al miracolo ci si aspetterebbe che il gioco possa rapidamente finire nel dimenticatoio; ed invece la nostra esperienza è stata che, una volta presa confidenza con lo stile di gioco, la voglia di proseguire nella storia e portarla a termine è aumentata. Decision: Red Gaze è uno di quei videogiochi in grado di catturare i giocatori che non hanno problemi ad approcciare giochi di basso profilo e con un gameplay semplice ma funzionante. Certo, è un titolo che offre soprattutto scontri corpo a corpo con gli zombi e non troppo altro, ma se questo vi piace Decision: Red Daze può essere una buona alternativa. Lo si finisce in circa 15-20 ore e, anche se non è un capolavoro, ha dalla sua la capacità di catturare il giocatore andando avanti nella storia. Non una caratteristica presente in ogni videogioco.

 

Decision: Red Daze, 2022
Voto: 6.5
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