Dead Rock: ennesimo clone di Fairy Tail?

Dead Rock, l’ultimo manga di Hiro Mashima, è ambientato in un mondo infernale dark-fantasy; l’autore sarà riuscito a distaccarsi dai suoi lavori precedenti?

 

 

Hiro Mashima, il padre di Fairy Tail ed Edens Zero, torna con un nuovo manga che ci porta dritti in un mondo infernale in stile dark-fantasy. I protagonisti di questa nuova avventura sono creature demoniache che puntano a scalare le vette più alte del potere; per farlo devono obbligatoriamente passare per la prestigiosa scuola Dead Rock, che forma i futuri Re Demoni degli inferi.

Yakuto, un giovane demone con i poteri di un drago nero, decide di affrontare il duro esame di ammissione alla Dead Rock. Il suo vero obiettivo non è solo l’accesso alla scuola, bensì riuscire ad uccidere il preside conosciuto anche come “il più forte di tutti”. Un dubbio però continua a ronzare nella testa del ragazzo: perché il preside di una scuola di futuri Re Demoni si chiama Dio, proprio come il divino essere che abita in paradiso?

Hiro Mashima ha ottenuto il suo meritato successo grazie a Fairy Tail, un’avventura fantasy costellata di tantissimi personaggi e numerosi scontri spettacolari. I suoi iconici personaggi hanno ottenuto un ottimo successo conquistando sia il pubblico dei lettori, con il manga, sia il più vasto pubblico televisivo, con l’omonima trasposizione animata.

 

 

L’autore giapponese ha poi virato verso lo spazio realizzando Edens Zero. Questa seconda opera ha cambiato ambientazione ed ha proposto delle tematiche un pochino più misteriose. Purtroppo la caratterizzazione dei nuovi personaggi ha lasciato tutti alquanto perplessi; Hiro Mashima ha infatti semplicemente mischiato le caratteristiche peculiari, sia fisiche che psicologiche, dei personaggi di Fairy Tail, creando nuove figure estremamente simili a quelle precedenti.

Dead Rock purtroppo non si discosta particolarmente dalle proposte precedenti. Yakuto è lo stampino quasi perfetto dei protagonisti presentati nelle opere precedenti, a cui però viene aggiunta una sfumatura più cupa. Quasi tutti i personaggi umanoidi che lo accompagnano sono allo stesso modo rielaborazioni delle innumerevoli caratterizzazioni fatte in Fairy Tail ed Edens Zero. Qualcosa cambia con il logorroico Hani, una statuetta di terracotta che continua a ripetere “sei stupido per caso?” ogni volta che si esprime, ma per il resto non c’è una particolare innovazione sotto questo aspetto.

Il pubblico di adolescenti giapponesi ha sempre risposto molto bene ai prodotti che coinvolgono la scuola e questo potrebbe far pensare ad un momento di incertezza dell’autore, quasi come se avesse pensato “andiamo sul sicuro” puntando proprio su questo genere di ambientazione. Sotto questo profilo, Dead Rock sembra discorarsi dalle precedenti opere caratterizzate principalmente da costanti viaggi. Quello che però non cambia sono gli immancabili e spettacolari scontri tra i vari personaggi che fungono da caratteristica peculiare di quasi tutte le opere giapponesi di questo genere.

 

 

Hiro Mashima mantiene saldo il suo iconico tratto, aggiungendo qualche dettaglio più cupo ed infernale ai suoi ambienti. Fino al decimo capitolo non sembra esserci traccia delle scontate scenette con allusioni sessuali spesso usate dall’autore per mettere più pepe nelle sue storie, ma questo non vuol dire che non ci saranno in futuro, soprattutto viste le solite prosperose forme che abbondano un po’ ovunque.

Dead Rock sembra avere delle differenze minimali rispetto alle opere precedenti e questo è un vantaggio per conquistare gli appassionati lettori, ma anche uno svantaggio per chi invece si è stancato delle solite proposte. Resta il fatto che solo il tempo potrà dirci se la storia di Yakuto si evolverà in maniera diversa e si discosterà dalle purtroppo evidenti similitudini con le opere precedenti.

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