Un fantasy molto più in linea con l’epoca rinascimentale che con i canonici standard del genere; sarà capace di conquistare una visibilità internazionale?
La nuova passione dei manhwa coreani è diventata quella di scrivere titoli lunghi una quaresima. The Dark Magician Transmigrates After 66666 Years spiega già da sé che cosa stiamo andando a leggere: il solito meccanismo della seconda possibilità questa volta con una trasmigrazione di migliaia di anni.
Diablo Volpir è un potente mago oscuro che ha deciso di combattere gli Dei. La sua battaglia è stata ardua, ma purtroppo è stato sconfitto e sigillato in un sonno eterno. O per lo meno è quello che tutti hanno pensato: il nostro protagonista si risveglia invece dopo 66.666 anni. La sua anima è finita, dopo la trasmigrazione, nel corpo di un neonato di una nobile famiglia, Jamie Welton.
Nove anni dopo il suo risveglio, le arcane abilità del mago oscuro cominciano a destarsi, ma sono ancora solo una frazione del potere che aveva un tempo. Il giovane Jamie non può comportarsi come un mago oscuro di oltre 66.666 anni e per questo deve continuare ad interpretare la parte di un ragazzino dolce ed affettuoso.
Purtroppo ora la sua vita è praticamente una prigione fatta di amorevoli attenzioni famigliari e di un ambiente pacifico che lo rende una bestia in gabbia. L’antico mago però è paziente e progetta di vendicarsi contro i dodici Dei che lo avevano sigillato. Jamie, che mantiene tutti i ricordi di quando fu Diablo Volpir, di notte sgattaiola fuori dalla sua dimora e comincia subito a raggruppare dei seguaci resuscitando gli avversari sconfitti e rendendoli fedeli schiavi.
Il racconto sembra più ambientato in una sorta di rinascimento, in cui però non mancano i riferimenti fantasy come cavalieri, maghi e paladini, o a creature mostruose come zombie, chimere e orchi. La magia e l’uso della spada sono all’ordine del giorno tanto quanto le cerimonie sfarzose e gli intrighi politici. Il palcoscenico in cui la storia si ambienta è quindi particolarmente ampio e Jamie Welton non è l’unico a muovere le fila degli eventi.
La storia, fino ad ora circa venticinque capitoli tradotti dai volenterosi fan, sembra procedere in modo abbastanza lineare e senza particolari sorprese che possano destare interesse o stupore. Il nostro protagonista ha una caratterizzazione abbastanza standardizzata con un lato oscuro preponderante; a mio avviso però più che malvagio, il nostro Jamie sembra un personaggio tradito che fa delle arti oscure un mezzo per ottenere la sua vendetta.
Il forte contrasto tra l’anima oscura e le amorose attenzioni della famiglia sembra funzionare abbastanza bene, regalando diverse sequenze divertenti e demenziali. Di contro le attività che il nostro protagonista progetta e mette in pratica coperto dal manto notturno sono molto meno tenebrose di quello che appaiono a primo impatto. Se l’obiettivo era quello di creare un bel contrasto tra oscurità e luce, gli autori Hwabong e Taru non ci sono riusciti.
I disegni, affidati a Pasa, non sono niente di speciale. Le produzioni coreane ormai sono tantissime, ed è diventato più difficile trovare un lavoro che emerga dalla media. Probabilmente questo dipende dall’uso dei programmi grafici e dalla necessità di far uscire velocemente le tavole da pubblicare online nei siti webtoon tanto apprezzati in quella zona dell’oriente.
The Dark Magician Transmigrates After 66666 Years non è ancora edito in Italia, ma per il momento non so come possa arrivare sul nostro mercato. Detto questo la storia è ancora all’inizio e, visto che non si è ancora saputo nulla delle dodici divinità che sono oggetto della vendetta del protagonista Diablo Volpir, è probabile che il nocciolo degli eventi sia ancora bello lontano, quindi tutto può ancora migliorare.