Cosa ci ha detto la fase a gironi di Euro 2020


Impressioni e considerazioni al termine del primo spartiacque della massima competizione continentale per nazioni.

 

 

Si sono appena conclusi i gironi all’italiana che costituiscono la prima fase degli europei, e non sono mancate le sorprese in campo e fuori. Nel periodo in cui la copertura mediatica vive la sua massima estensione sono finiti sotto i riflettori episodi di grande impatto emotivo, come il malore di Eriksen della Danimarca e la conseguente reazione dei suoi compagni di squadra, o la passerella finale di Goran Pandev della Macedonia del Nord, ultimo atto di una carriera ricca di trionfi e soddisfazioni.

Nella visione più generale ricorderemo questi come gli Europei della pandemia, un evento sportivo di grande richiamo che per la prima volta dopo due anni di lockdown vede presenziare degli spettatori in numero variabile a seconda delle leggi locali, non mancando di suscitare polemiche anche extra sportive ma al tempo stesso restituendo al calcio ed allo sport in generale un elemento imprescindibile, ovvero i tifosi.

 

In Scozia hanno potuto ammirare la propria nazionale in un grande torneo dopo una lunga assenza

A livello tecnico, le sorprese sono state quasi tutte in negativo. L’Italia ha dominato il suo girone, ma ci si aspettava qualcosa in più da Turchia e Svizzera, che negli ultimi anni avevano mostrato una solidità nel collettivo maggiore di quanto visto sin qui, sebbene gli elvetici abbiano avuto l’attenuante di doversi spostare spesso. Ugualmente deludente la spedizione russa, con Dzyuba e compagni che non hanno mai dato la sensazione di avere quella marcia in più per andare avanti nel torneo malgrado un girone tutt’altro che impossibile.

Inghilterra e Croazia hanno passato invece il turno, ma il gioco espresso dagli inglesi lascia più di un dubbio, in particolare per quanto riguarda la portata offensiva della squadra (solo 2 goal in 3 partite), mentre Modric ha guidato i suoi alla fase successiva puntando sulla sua classe e su compagni esperti, pur se atleticamente un po’ indietro rispetto agli avversari. La Spagna ha risposto “presente” in ritardo vivendo tra le polemiche in patria per alcune esclusioni eccellenti del CT, ma resta una squadra temibile quando in giornata. Infine, Francia, Portogallo e Germania non hanno realmente spiccato il volo, in parte a causa di un girone davvero difficile ma nel quale non hanno saputo dominare neanche l’ultima arrivata, quell’Ungheria che fino a pochi minuti dal termine dell’ultima partita stava per rubare ai tedeschi l’ultimo pass utile per la fase ad eliminazione diretta.

 

Galles e Svizzera hanno entrambe passato il girone A con 4 punti

 

Proprio dai magiari è giusto partire per quanto riguarda le sorprese. Pur eliminati, hanno presentato un collettivo molto valido che forse ha avuto solo la sfortuna di capitare in un girone terribile, dove comunque ha fatto un’ottima figura pareggiando con Francia e Germania. Nel mentre la Svezia vinceva il suo girone con un gioco sicuramente meno spettacolare e più speculativo, ma che alla fine ha portato due vittorie ed un pareggio. La Repubblica Ceca conferma il suo gradimento per questo torneo, forte di un ritrovato Schick che ha messo a segno quello che fin qui è il goal più spettacolare del torneo.

A fare festa è anche l’Austria, al suo primo passaggio del turno nella storia, in un girone dove l’Olanda ha spadroneggiato nonostante l’allenatore De Boer fosse tacciato di scarsa vena offensiva (i tifosi hanno addirittura affittato un aereo con striscione per convincerlo a cambiare modulo, ma alla fine ha avuto ragione lui). I vicini del Belgio hanno rispettato il pronostico passeggiando fino agli ottavi, mentre tra le eliminate di successo va citata la Finlandia, da sempre lontana da questi palcoscenici e comunque in gioco fino all’ultimo, e c’è da chiedersi se un po’ di spregiudicatezza in più non fosse da auspicare dal momento che quando ha provato a giocare col pallone lo ha fatto anche discretamente.

 

Tra Russia e Finlandia, quest’ultima ha decisamente reso oltre le aspettative

 

Un dato curioso riguarda gli autogoal, fin qui ben 8: nonostante le regole negli ultimi anni siano cambiate per evitare di rimpinguare questa statistica negativa, è un numero ben maggiore di quanto siamo stati abituati a vedere. Ben tre di questi appartengono a portieri, dato ancor più singolare se si pensa alla dinamica che questo comporta, mentre in due partite ci sono state (si passi il termine) autodoppiette.

Un’altra statistica riguarda gli infortuni, che oltre al citato malore di Eriksen hanno contraddistinto alcuni dei match più agonici. La preoccupazione nel mondo degli sportivi cresce, insieme al numero di partite ed all’intensità di gioco, e forse sarebbe il caso di rivedere alcuni meccanismi del sistema per evitare incidenti come quello che è costato diverse fratture al volto al belga Castagne o i vari infortuni muscolari e articolari che non ci hanno permesso di ammirare giocatori del calibro di Ibrahimovic, Van Dijk e Alexander-Arnold.

 

La mappa delle sedi di Euro2020

 

Per concludere, una considerazione sull’organizzazione del primo europeo itinerante della storia: l’idea sulla carta non sarebbe male, ma siamo in un periodo di grandi difficoltà sia per gli spostamenti che per la gestione dei tifosi e delle “bolle” che dovrebbero racchiudere i gruppi squadra per evitare i contagi. Organizzare una manifestazione in diverse sedi senza grande continuità è parsa una scelta parecchio azzardata, oltre a privare la competizione del gusto unico che ogni edizione passata aveva, e ci si augura che in futuro la scelta possa essere accantonata in favore di una kermesse tradizionale e caratteristica.

Per condividere questo articolo: