Il colore è stato strappato via da un’eruzione solare, solo pochi brandelli sono rimasti e chi li controlla ha il potere di controllare il mondo stesso.
Colorless è uno di quei lavori che ti attraggono subito dalla copertina. La guardi e noti uno stile grafico orientale, con una caratteristica del tratto molto marcata. Poi ti rendi conto che usa principalmente il bianco e il nero, con un accenno di luce azzurra che si riflette sulle superfici più vicine. Quando la guardi con più attenzione, noti la puntinatura dell’ombra, quella che si usava negli anni d’oro del fumetto americano. Cominci a sfogliarlo ed è così, un fumetto interamente in bianco e nero con questo gusto di vecchia scuola che ti richiama subito la nostalgia. Vi è una fusione di stile molto particolare che diverte e ti lascia la voglia di sfogliare quelle pagine così scure e cupe. Difatti il fumetto è quasi interamente stampato in bianco e nero, con quel sistema di chiaroscuro in puntinatura misto al tratto grezzo e graffiante che deriva dalle ultime generazioni di autori giapponesi.
La trama di Colorless è molto semplice. Una gigantesca esplosione solare ha di fatto privato il mondo dei colori, ma anche di tutta la conoscenza digitalizzata che l’uomo possedeva nelle memorie elettroniche. L’uomo, così come lo conosciamo, ha velocemente cominciato a mutare e ha sviluppato tratti e caratteristiche simili a quelle degli insetti, pur mantenendo l’intelletto intatto. Per molto tempo questa nuova razza umana ha vissuto nella speranza che il sole concedesse nuovamente al mondo i colori, ma questo non è mai avvenuto. In questo lungo periodo il Culto, una setta che venera i colori, ha cominciato ad espandere la sua influenza fino a diventare una delle più grandi e potenti corporazioni al mondo. Il Culto non è solo una facciata religiosa, alle spalle si celano persone che vogliono ottenere il potere dei colori, ma per farlo, c’è bisogno di ricerche moralmente discutibili ed esperimentare sugli esseri umani. Solo questo primo accenno di trama contiene diversi interessantissimi spunti da approfondire.
Una giovane cameriera è scomparsa da qualche giorno e pare che l’unico indizio sia un furgone nero. Avidia, una specie d’investigatore privato dal lungo impermeabile e dal bavero tirato su, inizia a seguire il caso, ma s’imbatte in tutt’altro. Sembrerebbe uno sfortunato caso, ma tutto questo è solo apparenza, il nostro protagonista conosce ed utilizza il potere dei colori e combatte strenuamente il Culto con l’unico obiettivo di fermare la follia che ha spinto questa setta a fare esperimenti scellerati.
Nelle tavole che scorrono sotto i nostri occhi non c’è traccia di colore, quindi ci si abitua velocemente a scorrere le immagini in bianco e nero. Quando d’improvviso si scatena il potere dei colori, le tavole si animano e ti conquistano con affascinanti tonalità di rosso ed azzurro. Inizialmente non sono colori invasivi, sembrano luci eteree che conquistano gradualmente la sequenza delle vignette fino ad esplodere nella tonalità più vivide che si possano rappresentare su carta. Questo contrasto cromatico è affascinante ed è reso molto bene con la tecnica di rappresentazione che è stata scelta. Il mondo in bianco e nero, con la puntinatura di riempimento, cede improvvisamente lo spazio ad un tratto più netto dove il colore e la luce fanno da padroni alla scena rappresentata. L’idea di fondere due stili così lontani tra loro è fantastica! L’ho adorata sin da subito e ne sono rimasto conquistato.
Il personaggio di Avidia, per come è disegnato e per il modo di rappresentare il fluttuare del suo impermeabile, richiama alla mente personaggi del calibro di Batman e Spawn. Oltre al fatto che l’ambientazione è molto cupa e sinistra, i personaggi hanno in comune anche alcune pose nelle vignette, questo è un evidente omaggio alle opere americane. L’autore, che si firma non a caso con l’acronimo di KENT, ha iniziato da pochissimo a lavorare su Colorless, che quindi non è ancora stato distribuito in Italia, ma la grande comunità di manga e fumetti, ha già cominciato a tradurre e diffondere quest’opera in rete. Se siete curiosi di sapere di più sulla crescente produzione coreana, vi invito a leggere Solo Leveling, I Level Up Alone, Tales of Demons and Gods e Skeleton Soldier Couldn’t Protect the Dungeon.