Sono mancate alcune meccaniche importanti e quindi c’è da chiedersi: “Stagione sottotono o semplice momento di transito in vista di un finale scoppiettante?”
La scelta del cattivo Terry Silver è stata un salto in avanti per la serie: la caratteristica di manipolare persone e situazioni ha reso il personaggio davvero un punto di riferimento interessante e forse il miglior avversario di sempre. Quindi la stagione è andata alla grande? No, non direi: ci sono alcune mancanze che nel complesso pesano più del previsto. Andiamo quindi ad analizzare cosa ha proposto la quinta stagione di Cobra Kai.
La fine della precedente stagione ha visto il Cobra Kai trionfare e i buoni perdere per un soffio. Serrare i ranghi e ripartire poteva essere una soluzione, invece si è scelto di seguire altre piste. Nella prima parte della stagione Johnny Lawrence, interpretato da William Zabka, si disinteressa totalmente della faida con il Cobra Kai e pensa a sistemare la sua vita, il rapporto con il figlio e con il suo allievo Miguel Diaz.
L’interpretazione di William è più che positiva: ha dato al suo personaggio la giusta continuità anche in un momento importante di crescita emotiva come quello che affronta in questa stagione. La scelta di creare questo percorso di maturazione per Johnny è senz’altro interessante. Purtroppo la lontananza dal suo rivale/amico/collega Daniel LaRusso stempera troppo il confronto tra i due e inesorabilmente viene meno quella chimica che ha reso tanto divertenti le stagioni precedenti.
Daniel, interpretato da Ralph Macchio, si ritrova costretto a chiamare rinforzi dal Giappone, invitando il suo ex rivale Chozen a combattere per difendere l’onore del Miyagi-Do. Il percorso scelto per il nostro protagonista diventa ben presto una feroce crociata vendicativa nei confronti di Terry Silver. Un Daniel così arrabbiato lo si era visto solo da giovane in uno dei film.
Ralph Macchio è bravo a caricare la sua interpretazione con una buona dose di rabbia e frustrazione. Sicuramente questo non è il miglior Daniel, ma è una variazione sul tema che mette Ralph in condizioni di interpretare sfaccettature diverse del suo personaggio. Insieme a Daniel c’è Chozen che, nella mente degli sceneggiatori, doveva fungere da sostituto di Johnny. L’assassino giapponese, così si definisce lui stesso, inizia molto bene la stagione, ma poi viene incredibilmente ridimensionato fino a diventare una caricatura mal riuscita di se stesso.
Thomas Ian Griffith si rimette i panni di Terry Silver per la seconda stagione. La sua fantastica interpretazione come manipolatore e grande burattinaio è un gradino sopra tutti. L’attore statunitense riesce ad alternare freddezza e grande trasporto in maniera sapiente, regalandoci probabilmente il miglior antagonista visto fino ad ora. Il punto di forza di Thomas? È sicuramente quell’espressione folle e divertita che anticipa un grande momento di caos.
Ad esclusione di un’iniziale trama centrata su Miguel Diaz, i ragazzi della serie sono messi in ombra dalla follia che dilaga per le strade della Valley. Risse, dispetti, scherzi e vendette tra ragazzi sono davvero ridotti all’osso principalmente perché ora sono gli adulti a comportarsi in questo modo così infantile. Rimane però del tempo per l’introspezione e la conoscenza più approfondita di alcune situazioni personali; una scelta interessante che ci avvicina emotivamente anche ai ragazzi che ancora seguono Silver nel Cobra Kai.
Se c’è poco conflitto tra i ragazzi, allora ci deve essere tanto allenamento nei Dojo e tante perle di saggezza… Purtroppo no, c’è una bella riduzione anche nelle scene di allenamento soprattutto per i ragazzi del Miyagi-Do. Speriamo che almeno si sfoghino nel mitico torneo di fine stagione… No, in questa stagione non c’è il solito torneo; purtroppo ci sono solo due incontri piuttosto veloci ed anche abbastanza prevedibili.
È dunque finita la magia del Cobra Kai? Mi auguro vivamente di no, ma è giusto evidenziare che questa stagione è molto più simile ad un arco narrativo di passaggio atto a preparare quello che verrà. Silver è il vero mattatore della serie, ma il finale ha rimesso in discussione anche la sua posizione lasciandoci con tanti dubbi. Attendiamo la prossima stagione per capire come andranno le cose e accettiamo, con un po’ di fatica, questa quinta stagione che si è espressa chiaramente sottotono.