Cobra Kai – Stagione 3: la recensione

Siamo arrivati al nocciolo della storia? Ancora no! Anche se il finale di stagione cambia tutto!

 

 

Ormai lo sapete, Cobra Kai è la serie che, a trent’anni di distanza, segue gli eventi del film Karate Kid. Il cattivo ragazzo del primo film, Johnny Lawrence, è il protagonista di questa serie insieme a Daniel LaRusso. Nella prima stagione abbiamo visto come Johnny, la cui vita era uno schifo, è riuscito a riaprire il vecchio dojo del Cobra Kai e si è rimesso in carreggiata grazie all’aiuto del suo primo allievo Miguel Diaz; Daniel LaRusso ha allenato, pur non sapendolo, il figlio di Johnny per il torneo della Valley, lo stesso che aveva visto Daniel sconfiggere Johnny con il famoso calcio della gru. Questa volta è Miguel che sconfigge con lo stesso calcio l’allievo di Daniel, Robby Keene.

Daniel decide di aprire il suo dojo e l’attenzione si sposta in modo netto verso il rapporto conflittuale tra i due modi di vedere il Karate. Le trame s’ingarbugliano parecchio quando la figlia di Daniel, Samantha, apre a possibili relazioni sia con Miguel che con Robby. I due gruppi di allievi si trovano spesso a confrontarsi grazie anche all’azione oscura e malefica di John Kreese, ex maestro di Johnny e fondatore del primo Cobra Kai. Il finale della seconda stagione è tragico soprattutto per Miguel Diaz.

 

 

La terza stagione si apre con Johnny che è totalmente distrutto dagli eventi che hanno terminato la seconda, tanto che decidere di abbandonare il dojo nelle mani di John Kreese. Ormai lo scontro tra i due sensei del Cobra Kai è ad un punto di rottura tale da essere difficilmente recuperabile: Daniel LaRusso si allontana dai problemi legati al Karate per occuparsi dell’imminente rischio di chiusura della sua concessionaria; questo porterà il nostro coprotagonista a viaggiare lontano dalla Valley fino ad approdare in Giappone per rivivere i lontani eventi del terzo capitolo della saga.

Johnny si occuperà principalmente di ritrovare un equilibrio con se stesso per poi provare ad aiutare, in tutti i modi possibili, il suo allievo Miguel che si trova in coma e rischia di non potersi più alzare dal letto. Mentre il sensei Lawrence è oramai lontano dal Cobra Kai, Kreese ha tutto il tempo di prendere il controllo del dojo e di fare il lavaggio del cervello ai ragazzi che sono rimasti privi di riferimento. Oltre a questo la serie ci spiega la crescita del personaggio di Kreese sin dai tempi dell’esercito e della guerra del Vietnam; una storia che ci permette di capire come mai Kreese sia diventato uno stronzo di tali proporzioni.

Samantha e i suoi compagni si ritrovano senza una giusta guida a causa delle vicende legate all’autosalone del padre e vengono presi di mira dal gruppo estremamente organizzato del Cobra Kai. Robby, che è stato accusato di aver ferito Miguel nello scontro finale della seconda stagione, deve risolvere questa grana e si ritrova ai margini delle trame per buona parte di questa storia.

Martin Kove, che interpreta Kreese, assurge al ruolo di antagonista per eccellenza mentre Daniel e Johnny si occupano di altre faccende e non possono opporsi alle macchinazioni del vecchio bastardo; la sua interpretazione è, come al solito, ineccepibilmente bastarda e sembra cucita perfettamente su di lui. Non credo di ricordare un personaggio più stronzo di lui nella storia cinematografico/televisiva, ma sono convinto che Kove sia perfetto per questa parte e ho il forte sospetto che ci si diverta pure a fare il bastardo infame. Attenzione, non vorrei che capiste male, tutti questi aggettivi così rudi nei confronti del personaggio e dell’attore, non sono da considerarsi insulti, bensì medaglie all’interpretazione di una figura negativa che si fregia di questa nomea. Per me Kove, pur interpretando la figura negativa di questa stagione, è sicuramente l’attore che ci mette quel qualcosa in più per rimanerti impresso.

 

 

Il finale di stagione è un nodo fondamentale per il proseguo della storia, probabilmente quello che tutti noi fan di questa serie stavamo aspettando: un costante ed accanito confronto tra i due protagonisti, il loro modo di vivere, il loro carattere ed infine il loro modo di vedere il karate. Da questo spunto credo fermamente che si arriverà ad una stupenda sequenza di incomprensioni ed attriti che saranno meravigliosamente comici!

L’allontanamento di Daniel e di Johnny ha purtroppo abbassato di molto i momenti comico-imbarazzanti, trascinandoci in una storia più incentrata su violenza e sofferenza; l’equilibrio tra azione e divertimento che è la malta vincente delle due prime stagioni, in questa terza si rompe lasciando un po’ l’amaro in bocca. Credo che in fin dei conti sia stata necessaria una svolta negativa per poter arrivare all’incredibile finale di stagione che ci è stato proposto, ma questo non mi ha soddisfatto pienamente e confido che gli equilibri, così ben gestiti in passato, tornino ai fasti di un tempo.

 

Cobra Kai – Stagione 3, 2021
Voto: 6.5
Per condividere questo articolo: