Black Mirror – Stagione 6: la recensione

Col passare degli anni Black Mirror sembra perdere i suoi connotati originali e voler cambiare pelle; è in grado di mantenere alte le aspettative?

 

 

Grazie alle geniali intuizioni espresse nelle prime stagioni, Black Mirror è una di quelle serie che è stata in grado di colpire allo stomaco lo spettatore. Purtroppo negli ultimi anni la serie inglese ha perso sempre più colpi, e la sesta stagione segna una decisa inversione di tendenza sulla qualità del prodotto.
Anche nella stagione 6 di Black Mirror ci vengono proposti degli episodi autoconclusivi che dovrebbero stupirci, ma in realtà i due temi portanti dell’intera serie (la tecnologia e la possibile pericolosa deriva che potrebbe prendere) vengono toccati solo nel primo episodio.

Surreale e grottesco, ma anche geniale e inquietante, l’episodio “Joan È Terribile” punta l’indice sulle famigerate EULA, i contratti di utilizzo che ormai pervadono ogni nostro accesso a qualsiasi tipo di piattaforma tecnologica; qui la vita di una donna è riprodotta e romanzata in uno show televisivo ad uso e consumo del pubblico, avendo ceduto i diritti sulla storia della propria vita non avendo letto i dettagli di una EULA.

 

 

Il primo episodio della sesta stagione di Black Mirror è uno dei più belli dell’intera serie, sia per tematica che per realizzazione che per interpretazione; si avvale infatti anche della presenza della sempre sorprendente Salma Hayek (Dal Tramonto All’Alba, Studio 54, The Faculty, Dogma, Wild Wild West, Traffic, House Of Gucci) e di un prezioso cameo di Cate Blanchett (Il Talento Di Mr.Ripley, Il Signore Degli Anelli, Diario Di Uno Scandalo, Il Curioso Caso Di Benjamin Button, Lo Hobbit, Ocean’s 8, Don’t Look Up). L’episodio è estremamente coinvolgente e capace di generare un penetrante disagio in ogni spettatore: chi effettivamente legge cosa è scritto nei contratti di accettazione online?

Il problema di Black Mirror 6 è che tutto il meglio è concentrato nel primo episodio. Gli altri quattro, infatti, sono realizzazioni piuttosto asettiche, prive di spunti particolari o di momenti topici. “Loch Henry” è piuttosto noioso, “Beyond The Sea” non è male ma non coinvolge eccessivamente lo spettatore, “Mazey Day” non colpisce nel segno e “Demone79” piace ma, come quasi tutti gli episodi della sesta stagione abbandona completamente il tema della tecnologia per sfociare in un thriller-horror, spiazzando lo spettatore.

 

 

Ci si rende conto solo al termine della sesta stagione che Black Mirror ha preso una decisa svolta in favore di temi meno legati ai computer, all’intelligenza artificiale, ai robot e a tutto quello che è tecnologico: probabilmente per mancanza di ispirazione (occorre ammettere che riuscire a stupire costantemente, trovando nuovi argomenti, non è facile), Black Mirror 6 è più una stagione spinta da un generico fantastico che raccoglie argomenti dei più vari.
La cosa di per sé non sarebbe un male, ma non è questo quel che ci si aspetta da Black Mirror. Di primo acchitto la reazione dello spettatore non può essere positiva, ma poi, a bocce ferme, ci si rende conto del fatto che dei cinque episodi due sono probabilmente poco riusciti ma gli altri tre spaziano tra l’onesto e l’ottimo.

È quindi difficile valutare la sesta stagione di Black Mirror: se si vuole restare fedeli al concetto che la serie debba necessariamente affrontare temi tecnologici il risultato non può dirsi soddisfacente, ma concedendo la possibilità di svariare ci si trova di fronte ad un prodotto dagli alti e bassi in grado di offrire anche spunti molto interessanti.

 

Black Mirror – Stagione 6, 2023
Voto: 6.5
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