Batora: Lost Haven – la recensione

Batora: Lost Haven è un twin stick shooter chiaramente indicato per un pubblico femminile, possibilmente giovane e alle prime armi col genere.

 

 

Nel mondo dei videogiochi c’è un settore sempre più in espansione, ed è quello dei titoli dedicati al gentil sesso. Se la stragrande maggioranza dei videogiocatori infatti sono maschi, è pur vero che commercialmente parlando il pubblico femminile inizia ad essere un mercato sul quale vale la pena puntare sempre più.
Batora: Lost Haven è un perfetto esempio di questa nuova tendenza, e si piazza nel segmento dei giochi d’azione a basso tasso di complessità.

 

 

La storia di fondo vede una Terra sconvolta da un cataclisma che spazza via la metà della popolazione, ed in una Londra post-apocalittica due ragazze vengono loro malgrado catapultate in un mondo parallello che potrebbe permettere di salvare sia il nostro pianeta che quello appena scoperto.
I protagonisti principali sono tutti di sesso femminile, e questo indica chiaramente a chi questo gioco sia indirizzato.

 

 

Il gameplay è quello classico di un twin stick shooter, con visuale isometrica ed azione frenetica durante i combattimenti. Ma Batora: Lost Haven in realtà mescola sommariamente diverse tipologie di gioco, tentando di combinare piccoli assaggini per formare una portata multisapore. Il risultato non è negativo, ma si poteva far meglio.

Intanto, per essere un gioco d’azione c’è fin troppo tempo perso a leggere dei dialoghi decisamente poco ispirati, dialoghi che sembrano tratti pari pari da un programma televisivo per bambini. Sia il livello delle conversazioni scritte che la loro interpretazione orale da parte dei doppiatori (che hanno un inspiegabile accento statunitense, visto che le protagoniste sono londinesi) ricordano molto i programmi che possiamo vedere sui canali tematici dedicati, e non forniscono spessore e credibilità ad un titolo che per la sua realizzazione tecnica non sarebbe nemmeno male.

 

 

I combattimenti si basano sulla doppia “natura” del mondo in cui la protagonista è calata, nature che fondamentalmente si riferiscono ai duelli all’arma bianca o a distanza. I nemici possono far parte di una o dell’altra natura, ed affrontarli usando la natura corrispondente consente di danneggiarli in modo sicuramente più sensibile. Nei fatti si tratta di scegliere quale stile di combattimento e quale gruppo di abilità usare, effettuando rapidi cambiamenti durante i combattimenti di gruppo.
Esistono anche nemici più cattivelli che hanno una doppia barra di salute; occorrerà sconfiggerli con entrambe le nature per abbatterli definitivamente.

 

 

Oltre ai colpi di spada ed ai lanci di dardi magici ci vengono incontro una serie di rune sbloccabili proseguendo nel gioco, ed ottenibili nelle classiche modalità “li trovo per strada” e “li compro al negozio”, che ci permettono di effettuare dei colpi speciali o di migliorare le nostre caratteristiche in una delle due nature. Se questa componente permette di renderci tangibilmente più forti, meno impattante è la possibilità di raccogliere qua e là materiali utili per la creazione di oggetti e quant’altro. Questo aspetto è comunque utile, ma è veramente un corollario al gameplay principale.

 

 

Curiosamente, la parte regina di Batora: Lost Haven non spicca, pur facendo il suo lavoro. Il combattimento infatti è piuttosto privo di mordente, limitandosi ad alternare al momento giusto la natura da usare ed affrontando il nemico giusto al momento giusto, cliccando selvaggiamente per colpire i nemici vicini (o lontani, se si usano i dardi) e usando le abilità giuste non appena cariche. Manca qualcosa legato all’aspetto tattico o ragionato di un combattimento, visto che ci si limita a caricare più o meno a testa bassa.
Se il livello di sfida è sicuramente adeguato (si muore e nemmeno troppo raramente), lascia perplessa la scelta di impedirci di uscire da un recinto predefinito una volta iniziato il combattimento.

 

 

Dal punto di vista tecnico il motore di gioco fa bene il suo lavoro, con una camera che ruota in modo efficace quando lo sfondo potrebbe bloccare la vista; ma per quanto riguarda i tasti, non tutti sono rimappabili o riconosciuti. Sicuramente Batora Lost: Haven è un gioco dove il joypad può farla da padrone, ma per chi preferisce usare la tastiera e non apprezza le configurazioni standard ci può essere qualche controindicazione.

Batora: Lost Haven è un titolo che non emerge in mezzo alla concorrenza, ma può essere una discreta opzione per quel pubblico femminile in cerca di un gioco non troppo complesso e non troppo hardcore col quale avvicinarsi al genere.

 

Batora: Lost Haven, 2022
Voto: 6
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