Come spesso accade, una buona serie televisiva che si allunga troppo tende ad essere ripetitiva; quest’Arrow non fa eccezione.
Inizia la sesta stagione di Arrow, ma non dal punto in cui c’eravamo lasciati. Sono passati circa cinque mesi dal finale con il botto che ha concluso la precedente stagione. Le cose sembrano essere tornate alla normalità; il Team Arrow è quasi al completo, gli eroi della scorsa stagione sono tutti presenti, qualcuno ha anche cambiato il costume, ma è sempre ben riconoscibile. Ci sono grosse novità in casa Queen; ci aspetterà una nuova sfida tra le pareti domestiche, visto che il nostro Oliver non sarà più solo a casa, ma anche la dura consapevolezza che sua sorella è fuori gioco. La travagliata relazione con Felicity è ancora in piedi, ma vive un momento di fermo obbligatorio. Il resto della banda sembra a posto, forse qualcuno si è portato appresso qualche ricordo dal finale turbolento della scorsa stagione. Si parte a rilento, nessun nuovo nemico, ma solo fastidiose vecchie conoscenze che provano a rifarsi su Oliver e compagni, una scelta di ripiego aspettando qualcosa di meglio?
D’improvviso una stretta alle vicende porta a dubitare sul proseguo di Arrow come noi lo conosciamo. Nelle pagine colorate dei fumetti, il buon vecchio cappuccio verde è stato indossato da più persone in momenti storici differenti, potrebbe capitare anche nella serie televisiva? Sicuramente qualcosa è cambiato alla guida del Team Arrow, piccoli segreti vengono celati e si prova a mantenere le apparenze a dispetto della verità. In quest’inizio di stagione viene riservato più spazio alle vicende private di Oliver, ma non mancano momenti d’azione e belle esplosioni.
Questa sesta stagione sta cambiando pelle alla serie e molti dei protagonisti rivestono un ruolo differente, momentaneamente o definitivamente è ancora da appurare, ma è piacevole un po’ di movimento nella routine. Questa nuova ridistribuzione di ruoli, separa la figura di Oliver Queen da Arrow e dal suo Team, lasciando al nostro protagonista il tempo di chiudere le trame aperte sin dal periodo del naufragio sull’isola, in altre parole 10 anni prima.
Fino a quasi metà stagione, risulterà difficile capire quale avversario Arrow e il suo Team si troveranno contro; ho trovato particolarmente efficace la scelta di mantenere l’identità del cattivo in forse per tanti episodi consecutivi, così da provocare una certa sorpresa nel costatare come tutto è stato pianificato per sorprendere nel momento della rivelazione.
Passata la metà stagione le cose si complicano e si movimentano, urge quindi una riflessione: le serie Arrow ci ha abituati con costanza a vedere alti e bassi nell’evoluzione del suo personaggio principe, ma tutto arrivava sempre a concludersi nel medesimo modo, Oliver vince subendo qualche perdita, ma si riprende sempre.
Dopo diverse stagioni con questa struttura, anche i colpi di scena dall’effetto roboante, drammatico o epico, sono diventati abbastanza prevedibili e poco significativi, tanto alla fine dei conti Oliver si salva, vince e il cattivo di turno viene eliminato o neutralizzato.
Con questa mentalità scontata, le vicende, anche se costruite bene, mi sono sembrate sempre le solite; con molta noia mi sono finito di vedere questa sesta stagione e, fino all’ultimo, ho aspettato la svolta favorevole che salvasse Arrow dal suo destino.
Con piacevole sorpresa, qualcosa è cambiato; questa stagione si chiude senza vincitori né vinti, immagino che i produttori e gli sceneggiatori abbiano volutamente lasciato aperte le situazioni solo per far rimanere i fan con la curiosità di cosa accadrà. La mia impressione è che, dopo sei stagioni, ci voglia un bel cambiamento per scuotere un po’ la serie, dato che comincia ad essere troppo ripetitiva.