Arkham Horror e’ uno strano gioco da tavolo; ogni partita puo’ essere molto divertente oppure noiosissima, e nonostante le ottime premesse (horror cooperativo) manca comunque di carattere.
Ambientato nell’universo dell’orrore di Lovecraft, Arkham Horror e’ un gioco cooperativo dove ci si deve aiutare l’un l’altro per impedire che la citta’ di Arkham, ponte per un’altra dimensione, venga sopraffatta da demoniaci alieni che scateneranno il risveglio del Grande Antico.
Il tabellone, colorato e molto grande, e’ diviso in “strade” e “luoghi”. Le prime servono per spostarsi da un quartiere all’altro; i secondi per avere incontri che possono portare ad ottenere dei vantaggi o dei contrattempi, a seconda della fortuna che abbiamo. Ben presto Arkham si riempira’ di portali e di mostri che vagano per la citta’; non sara’ affatto facile contenerli, perche’ il gioco e’ volutamente progettato per essere davvero difficile. Pian piano la situazione sfuggira’ al controllo, e al risveglio del Grande Antico avverra’ la battaglia finale, dove le forze andranno unite per tentare di non essere divorati ed impedire la fine del mondo.
Sulle prime il gioco sembra molto intrigante; per chi ha letto appassionatamente i racconti dell’orrore di H.P. Lovecraft, genio della paura e del terrore vissuto nei primi anni del ‘900 e autore dei miti di Cthuhlu, Arkham Horror permette di calarsi in prima persona nell’universo dipinto dall’autore statunitense e respirarne la cupa atmosfera.
Almeno apparentemente.
In effetti, a parte i riferimenti ai Grandi Antichi – che nelle fattezze sono sempre fedeli alle descrizioni Lovecraftiane – e ai luoghi esterni, dimensioni parallele che i giocatori devono esplorare, tutto il resto sembra inventato di sana pianta o quasi. Non si coglie quella costante tensione che pervade i racconti di Lovecraft, ne’ si ha mai quel terrore che dovrebbe suscitare un mostro. Tutto e’ molto artefatto, un tal senso, e anche le meccaniche di gioco – troppo fredde e macchinose – non aiutano a calarsi nella giusta atmosfera. La sanita’ mentale e fisica dei personaggi in gioco sono quasi piu’ una noia che un parametro da tenere seriamente in considerazione; non si teme realmente mai per le sorti del nostro alter ego.
Inoltre ci sono forse troppi passaggi, troppe fasi morte se si gioca in tanti, ed addirittura si e’ spesso piu’ attenti a non sbagliare ad interpretare le regole che a gustarsi l’azione.
Si, perche’ uno dei problemi principali del gioco e’ che il manuale e’ estremamente confuso (almeno nell’edizione italiana, che pero’ e’ ripreso da quella originale…), tanto che su internet si trovano numerose FAQ per chiarire i tanti dubbi e le interpretazioni che possono essere date alle regole. Se non giocate spesso, vi occorrera’ ogni volta rileggere il manuale e tenere ogni volta a mente le molte regolette che si applicano a ogni fase.
Inoltre la fortuna gioca un ruolo fondamentale: potreste essere impossibilitati ad effettuare qualsiasi controffensiva perche’ la combinazione degli eventi rende inefficiace ogni azione, o vincere fin troppo facilmente. Fondamentalmente, il gioco non e’ bilanciato e piu’ essere fin troppo facile o difficile (molto piu’ spesso) vincere; o meglio, avere anche solo la sensazione di poter vincere.
Sguardi dubbiosi durante la nostra ultima partita
Capiamoci: Arkham Horror non e’ un gioco brutto. Gli incontri, gli oggetti, gli scontri con i mostri offrono moltissima varieta’, e probabilmente giocandoci con continuita’ si potrebbero affinare strategie che non sono visibili a chi gioca saltuariamente. Il tabellone e’ vivo e la dotazione del gioco e’ ricchissima, tanto che si stenta a far stare tutto nella scatola; e durante tutta la partita e’ necessario il coordinamento di tutti per salvare la pellaccia.
Pero’ rimane il fatto che il gioco e’ lungo e lento, ed il vero pathos si vive solo durante lo scontro finale con il Grande Antico; tutta l’adrenalina e’ concentrata in pochi minuti, e contando che la partita dura ore non e’ una bella cosa.
In conclusione, non mi sento di consigliare Arkham Horror. Nonostante le molte espansioni che possono arricchirne i contenuti, serve passione e costanza per apprezziarlo, oltre che avere una buona capacita’ di analisi per studiare le mille scelte che puo’ fare il gruppo ad inizio turno e digerire un manuale complesso e poco leggibile. Pero’ provatelo, c’e’ tanta gente che a differenza mia ne va matta.