Animali Notturni: la recensione

Un film dal doppio volto e dalla doppia resa: Animali Notturni piace e annoia allo stesso tempo.

 

 

Provare a giocare con la creatività è qualcosa che noi recensori apprezziamo sempre: in un mare di produzioni che si assomigliano tutte, avere la possibilità di assaporare qualcosa di diverso dal solito è certo qualcosa di gradito. Non sempre però i risultati sono quelli sperati, ed è il caso di Animali Notturni.

Il film vede una doppia storia dipanarsi allo stesso tempo: una principale che vede un difficile rapporto prendere consistenza fra una donna ed il suo ex marito, che le invia un manoscritto in via di pubblicazione; la seconda storia è proprio il racconto contenuto nel manoscritto, che ci viene presentato come linea narrativa parallela.
Il racconto vorrebbe prendere spunto dalla vita vissuta dai due, ma ad un certo punto si capisce che questo spunto non è chiaro, che la loro vita non può aver seguito quel percorso. Lo spettatore quindi si trova di fronte a due linee narrative scollegate e che fondamentalmente vivono di vita propria.

 

 

La linea narrativa legata ai due ex sposi è lenta, parzialmente criptica e non spicca mai il volo. Esiste una certa innegabile profondità di sentimenti, ma non si riesce veramente a legare con i protagonisti, anche se la recitazione di Amy Adams (Tutta Colpa Di Sara, La Guerra Di Charlie Wilson, American Hustle, Arrival, Justice League) è sicuramente molto buona ed adatta al personaggio. C’è una palpabile freddezza e forse una certa artificiosità nelle scene relative a questa parte di racconto, che se fosse l’unico pilastro del film non ne permetterebbe la riuscita.

 

 

Invece la parte che rappresenta il manoscritto è assolutamente coinvolgente grazie alla sua crudezza, alla sua schiettezza e alle sue scene forti e di impatto. Qui a fare la parte del leone è il solidissimo Jake Gyllenhaal (Scappo Dalla Città – La Vita, L’Amore E Le Vacche, Donnie Darko, The Good Girl, The Day After Tomorrow, I Segreti Di Brokeback Mountain, Jarhead, Zodiac, Life – Non Oltrepassare Il Limite, Avengers: Endgame, The Covenant), ottimamente coadiuvato da un granitico Michael Shannon (Tigerland, Vanilla Sky, Onora Il Padre E La Madre, Revolutionary Road, Take Shelter, La Forma Dell’Acqua, 12 Soldiers, Cena Con Delitto – Knives Out). I due portano avanti una storia degna dei migliori racconti pulp, qualcosa alla Tarantino ma senza l’ironia dell’acclamato regista statunitense. Il risultato è un pugno allo stomaco, qualcosa di durissimo da masticare e che spiazza completamente lo spettatore.

 

 

Il disorientamento peraltro è amplificato dal contrasto con l’altra parte di film: le due linee narrative si intrecciano e si alternano di continuo, con quella iniziale, piuttosto piatta e inconcludente, che spicca per la sua avulsità, e che nonostante la sua importanza in termini di tempo concesso sembra esclusivamente a fare da riempitivo.

In realtà il regista Tom Ford, più noto per i suoi impegni nel mondo della moda che per quelli nella cinematografia, sembra aver voluto scientemente presentare due mondi diversi e contrapposti, quasi a voler stupire lo spettatore. Il risultato però non è così efficace come si potrebbe sperare; la linea narrativa assegnata ad Amy Adams è tutto sommato scialba, non graffia e non presenta momenti topici o toccanti; è una sorta di grigiume che non cambia mai stile.

 

 

Complessivamente Animali Notturni è una pellicola che lascia perplessi, e che riunisce insieme qualcosa di tralasciabile e qualcosa di ottimo. Probabilmente è un film che si potrebbe, o dovrebbe, vedere una volta nella vita; ma solo se siete pronti a perdere la metà del tempo in un nulla piuttosto evidente pur di accedere ad una sezione di film decisamente sopra la media.

 

Animali Notturni, 2016
Voto: 6
Per condividere questo articolo: